martedì, 04 marzo 2008 


TI LECCHI LE DITA? PERDI IL LAVORO, SUCCEDE SOLO DA MC DONALD

Lasciata a casa, in scadenza di contratto, perchè sorpresa a leccarsi le dita mentre riportava la ciotola del cioccolato per i gelati.

 Questa è stata la sorte di C.F, una giovane apprendista di un Mc Donald's della Romagna, alla quale non è stato rinnovato il contratto di lavoro. Stava svolgendo le mansioni di cassa in un venerdì sera qualunque, non poteva immaginare che quello sarebbe stato uno dei suoi ultimi giorni di lavoro. Mentre riportava la ciotola semivuota del cioccolato di copertura dei gelati è stata sorpresa dalla sua manager a leccarsi le dita. Presentandosi al lavoro, qualche giorno dopo, ha appreso che il datore di lavoro aspettando la naturale scadenza del contratto non glielo aveva confermato, ed è stata costretta a fare dietrofront. Dura la condanna dell' unico RSA dell'azienda:

"Questo è uno dei tanti casi assurdi qui in azienda. Certo la mia collega era, in qualche modo, recidiva. Ma non riesco a comprendere quale sia la proporzionalità tra il perdere il lavoro ed una leccata di cioccolato. Soprattutto quando, giorni fa, il datore si era impegnato in una promessa di rinnovare il contratto. Anche perchè, altrimenti, avrebbe perso un -bonus fiscale- e la possibilità di assumere altri apprendisti per un anno"

Continua poi il delegato sindacale:

La situazione è stata la punta di un iceberg di malessere che, in questa azienda, cova da moltissimo tempo. Un clima da Direttorio, un tutti contro tutti ed una continua repressione, umiliazione personale che i dipendenti affrontano come possono, chi in un modo chi in un altro, a farne le spese, però, sono sempre i più fragili.

Il delegato sindacale riferisce, inoltre, che da tempo è attivo un sistema di video-sorveglianza che riprende anche i lavoratori, poichè le telecamere sono installate sulla barriera delle casse e perfino in un corridoio interno riservato al personale. La vicenda, infatti, è stata recentemente denunciata alla competente sezione del Ministero del Lavoro ed è in fase di ridefinizione, grazie all'intervento delle parti sindacali.

La situazione di continuo e pressante monitoraggio, unita al clima costante di intimidazione di alcuni manager nei confronti dei sottoposti, molte volte sfocia in atti di insubordinazione, oppure, come in questo caso, in atti di debolezza commessi in maniera ingenua o come reazione spontanea di rivalsa materiale.

"La mia collega -riferisce il delegato- era spesso oggetto di rimproveri pesanti ed ingiusti, veniva spesso additata come scansafatiche e veniva molte volte punita per la sua "inadeguatezza" nello svolgere le funzioni di cucina. In realtà, assunta con intercessione del suo ex fidanzato, anche lui dipendente dell'azienda, è stata via via marginalizzata venendo meno il loro legame sentimentale"

Si profila quindi una reazione non di poco conto, visto lo sbalorditivo evento, una reazione che desterà scalpore, ci si aspetta, anche nell'opinione della clientela.

Il fatto, oltre ad essere grave in sè, mostra quanto potere decisionale abbiano alcuni manager in quel locale, un potere che, come in questo caso, può avere effetti devastanti, oltre a condizionare le scelte dell'unico soggetto veramente responsabile, il datore di lavoro.

 



 
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